Il dollaro USA è sceso dell'1,5% rispetto allo yen giapponese durante i primi scambi in Asia lunedì, quando i mercati hanno reagito al taglio del tasso di interesse di emergenza della Federal Reserve che è stato annunciato domenica. Il dollaro è inoltre diminuito rispetto agli altri principali partner commerciali tra cui la sterlina e l'euro. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di essere "molto contento" della mossa, anche se i trader non sembrano condividere l'entusiasmo; I futures su azioni statunitensi sono precipitati dopo l'annuncio, indicando che la mossa non ha calmato i nervi degli investitori e che i futuri selloff probabilmente continueranno, con alcuni trader che si aspettano questa settimana di vedere le peggiori perdite dal 1987.
In una riunione di emergenza, la Federal Reserve ha annunciato che taglierà i tassi di interesse dallo 0 allo 0,25 per cento e che aumenterebbe il suo bilancio di almeno 700 miliardi di dollari nel breve termine. Gli analisti hanno già iniziato a commentare che i tagli ai tassi di interesse non sono sufficienti per contrastare la rovina economica che deriverà dalle nuove regole di distanziamento sociale che sono state imposte in tutto il mondo. Ristoranti, bar, teatri, palestre e molti negozi non essenziali hanno tutti annunciato chiusure. Nike ha chiuso tutti i suoi negozi negli Stati Uniti, così come Apple. Le compagnie aeree hanno tagliato le rotte mentre i governi continuano ad estendere le restrizioni ai viaggi. Nel fine settimana American Airlines ha annunciato che avrebbe tagliato il 75 per cento delle sue rotte.
L'indice del dollaro è sceso dello 0,65 per cento rispetto alle 14:56 HK / SIN, a 98.11. Il dollaro ha registrato un leggero rimbalzo dalle sue perdite iniziali rispetto allo yen, scambiando in ribasso dell'1,34 per cento a 106,46. La sterlina è salita dello 0,49 per cento rispetto al biglietto verde, a 1,234 $, mentre l'euro ha guadagnato lo 0,26 per cento a 1,113 $.
Il petrolio rimane volatile
I prezzi del petrolio hanno continuato la loro elevata volatilità, con i futures WTI statunitensi sono diminuiti del 3,53% a metà pomeriggio in Asia, scambiando a 30,61$ al barile. I future sul greggio Brent sono scesi del 5,29 per cento, a 32,06 $ al barile. I prezzi del petrolio continuano a essere gravati da una guerra dei prezzi tra l'Arabia Saudita e la Russia e dal continuo calo della domanda mentre le compagnie aeree continuano a tagliare le rotte.
I ministri del petrolio russi hanno commentato che il paese può gestire con prezzi del petrolio compresi tra 25$ e 30$ al barile per un periodo da sei a dieci anni e che il paese lavorerà per rimanere competitivo "a qualsiasi livello di prezzo previsto". Il tasso di cambio flessibile del paese è responsabile per aiutarlo a superare la tempesta. L'Arabia Saudita, d'altra parte, ha una valuta a tasso fisso che offre al Paese meno flessibilità. Probabilmente non sarà in grado di sostenere prezzi petroliferi più bassi a lungo termine.
Tuttavia, sono probabilmente le economie dei mercati emergenti che fanno affidamento sul petrolio ad affrontare le maggiori sfide della guerra dei prezzi del petrolio. I paesi dell'Iraq, dell'Angola, del Suriname, dell'Oman e del Golfo sono a maggior rischio di declino economico se il petrolio scende sotto i 40$ per un lungo periodo di tempo. La Nigeria sta già iniziando a mostrare segni di carenza di dollari. Le azioni dei mercati emergenti hanno registrato enormi vendite nelle ultime settimane, con un calo di circa 41,7 miliardi di dollari, e questa situazione probabilmente peggiorerà prima di migliorare, con le economie dei mercati emergenti che soffriranno in modo significativo nel breve termine.