Il principale economista della Banca centrale europea, Philip Lane, ha affermato che vede improbabile un ritorno dell'economia al livello pre-crisi prima del 2021.
“Dal punto di vista odierno, sembra comunque improbabile che l'attività economica torni al livello pre-crisi prima del 2021, se non più tardi”, ha dichiarato in un'intervista pubblicata sul sito della Banca centrale europea, aggiungendo che la banca sta attualmente valutando la situazione in vista della prossima riunione. “Se vediamo che le condizioni finanziarie sono troppo rigide o la pressione sui singoli mercati obbligazionari non riflette i fondamentali economici, possiamo adattare la dimensione o la durata dei nostri acquisti, che potremmo allocare in modo flessibile nel tempo e nei segmenti di mercato”, ha continuato.
Lane ha spiegato che l'attuale crisi non ha precedenti, il che rende più difficile prevedere come sarà il recupero. Ha anche sottolineato il ruolo della risposta fiscale alla crisi, sostenendo che la divisione nord-sud in questi termini non è necessariamente negativa, in quanto il fatto che paesi come la Germania adottino una posizione più forte potrebbe favorire i paesi più deboli.
“Ma è anche importante che tutti i paesi si riprendano e che i responsabili politici svolgano un ruolo centrale in questa prospettiva”, ha commentato, aggiungendo “noi della BCE assicureremo che le condizioni finanziarie siano sufficientemente accomodanti e stabili per tutti i paesi”.
Sull'idea molto discussa di creare un fondo di recupero, Lane ha affermato che i responsabili politici della BCE stanno già discutendo quale forma dovrebbe prendere questo fondo per evitare una depressione economica.
“Una delle proposte in discussione è quella di aumentare il bilancio dell'UE e fare in modo che la Commissione europea distribuisca i fondi”, spiegando che uno dei vantaggi di questa proposta rifletterebbe il fatto che i paesi che ne approfittano non dovrebbero aumentare i propri debiti pubblici nazionali in modo significativo, aiutandoli a non rimanere esclusi da altre opportunità finanziarie.
Alla fine del colloquio, Lane ha sottolineato che, nonostante la risposta dell'UE possa essere stata un po’ lenta, alla fine far parte dell’unione è stato vantaggioso per paesi come l'Italia e la Spagna, almeno in termini di stabilità. Ciononostante, resta ancora molto da fare per affrontare la crisi attuale, soprattutto in termini di garanzia della disponibilità di finanziamenti per aiutare i membri dell'UE a riprendersi.
Alle 7:26 GMT l'euro è rimasto pressoché stabile rispetto al dollaro statunitense, aggiungendo lo 0,03 per cento e toccando il livello degli 1,0819. D'altra parte, è sceso dello 0,07 per cento contro la sterlina inglese, scendendo al livello degli 0,8939.