Venerdì, il dollaro americano è stato negoziato all’interno di un ristretto intervallo di trading durante gli scambi asiatici: gli operatori sono diffidenti nei confronti del crescente numero di casi di Coronavirus negli Stati Uniti. I timori che la situazione possa peggiorare nel breve termine ha essenzialmente scoraggiato alcuni trader FX dallo scambiare le valute a rischio più elevato. I Centers for Disease Control di Atlanta, GA, hanno riportato una rinascita delle infezioni da Coronavirus, in gran parte in quegli stati che avevano revocato il blocco e le restrizioni di quarantena. L’intento, in generale, era quello di far ripartire le economie locali e regionali che hanno faticato negli ultimi mesi. Numerosi governatori statunitensi sono stati costretti a fare marcia indietro e a rivedere i loro piani di riapertura mentre i centri medici e gli ospedali sono pieni di lavoro.
Alle 10:25 a Tokyo, l’EUR/USD è stato scambiato agli 1,1246$, con un guadagno dello 0,0934% e fuori dal picco della sessione degli 1,12494$. Anche la coppia GBP/USD è salita agli 1,2471$, in crescita dello 0,0562%; la coppia ha oscillato tra un minimo degli 1,24571$ e un massimo degli 1,24783$. L’USD/JPY è sceso a 107,5130 Yen, in calo dello 0,02% e fuori rispetto al minimo della sessione di 107,431 Yen.
I commercianti temono un’escalation della spaccatura tra Stati Uniti e Cina
Pesano altrettanto i timori che possa aumentare l’attrito tra l’amministrazione Trump e Pechino. Ieri il Senato degli Stati Uniti ha approvato una legislazione che prevede sanzioni per le banche statunitensi che intrattengono rapporti commerciali con Pechino; gli analisti temono che ciò peggiorerà la spaccatura tra i due governi. Giovedì il biglietto verde ha ottenuto un rialzo grazie ai dati sul lavoro, che hanno mostrato un aumento dei nuovi lavori segnalato a giugno maggiore di quanto gli analisti si aspettassero. A temperare questa notizia, tuttavia, è stato riportato che i guadagni orari medi sono stati peggiori di quanto previsto dagli analisti, mentre le richieste iniziali e continue di indennità di disoccupazione erano più elevate del previsto.