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- I mercati attendono la pubblicazione odierna dei dati sull’inflazione statunitense (CPI), che dovrebbero mostrare un calo del tasso annualizzato dal 3,7% al 3,6% e un calo dell’aumento mensile dallo 0,6% allo 0,3%. Il dollaro USA è stato debole, anche dopo i verbali della riunione del FOMC di ieri che suggeriscono che la Fed effettuerà un ulteriore rialzo nel 2023, quindi un dato ancora più basso potrebbe far crollare il dollaro. Al contrario, un aumento improvviso potrebbe riportare indietro il dollaro.
- La guerra in Medio Oriente resta essenzialmente contenuta tra Gaza e Israele, anche se ci sono stati scontri minori tra Israele e Hezbollah al confine libanese. Il petrolio greggio ha rinunciato a tutti i guadagni realizzati all'inizio di questa settimana e, con il dollaro in calo, i mercati sembrano aspettarsi che la situazione rimanga contenuta. Ieri gli Stati Uniti hanno offerto un’altra portaerei per scoraggiare l’Iran o Hezbollah dall’entrare in guerra.
- I metalli preziosi continuano a rafforzarsi, con il prezzo dell'oro in rialzo particolarmente deciso, anche se tecnicamente rimane all'interno di una tendenza al ribasso a lungo termine.
- Nel mercato Forex, l'indice del dollaro USA è ora sceso al di sotto del livello di supporto chiave a 105,36, il che è tecnicamente indicativo di un ulteriore calo. Tuttavia, i trader di tendenza nel mercato Forex saranno più interessati ad avere una posizione long sull'USD/JPY, che continua a rafforzarsi. Dall'apertura di Tokyo di ieri sera, il dollaro neozelandese è stata la valuta principale più debole, mentre il franco svizzero è stata la più forte.
- Ieri sono stati pubblicati i verbali della riunione del FOMC che suggeriscono che la Fed effettuerà un ulteriore aumento dei tassi di 25 punti base durante il resto del 2023. Ciò non ha avuto l’effetto di rafforzare il dollaro.
- Ieri sono stati pubblicati negli Stati Uniti dati sull'indice PPI superiori alle attese, suggerendo che l'inflazione potrebbe non scendere oggi come previsto.
- Il membro del consiglio della Banca del Giappone, Noguchi, parlando poche ore fa, ha affermato che l'aumento dell'indennità YCC all'inizio di quest'anno non era inteso come un inasprimento della politica monetaria. Ciò potrebbe aiutare lo yen a indebolirsi ulteriormente, anche se rimane la prospettiva di un intervento della Banca del Giappone, soprattutto se la coppia di valute USD/JPY raggiunge la grande cifra tonda di 150¥.
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