È stato un novembre da dimenticare per il mercato cripto. Bitcoin (BTC) ha visto il suo prezzo precipitare del 36% dal picco di ottobre, passando da un massimo storico sopra i 126.000 $ a un brusco ribasso sotto gli 81.000 $ il 22, per poi stabilizzarsi nell’area 88.000–90.000 $.

E non è stato solo Bitcoin. Le altcoin sono state decimate, con molti token scesi fino ai minimi (o al di sotto) del “crypto winter”. Il risultato finale è stato un calo di oltre 1.000 miliardi di dollari della capitalizzazione totale del mercato cripto.
Il bagno di sangue ha portato a liquidazioni da record per i trader di derivati e a un crollo totale del sentiment: il Crypto Fear & Greed Index è sceso in “Extreme Fear” (11), innescando il panico diffuso nei mercati degli asset digitali. Il retail ha capitolato: gli ETF spot hanno registrato deflussi per 3,47 miliardi di dollari, con l’IBIT di BlackRock che da solo ha perso 2,34 miliardi.
Ma sotto la volatilità si cela uno spostamento profondo: la finanza tradizionale (TradFi) sta assorbendo Bitcoin a un ritmo senza precedenti, trasformandolo da outsider speculativo a tassello stabile di portafoglio.
Wall Street si fionda ad acquistare
Mentre i trader retail cedevano al FUD (fear, uncertainty and doubt), alcuni dei nomi più in vista dell’industria finanziaria si sono mossi in quello che è stato poi riconosciuto come un push sincronizzato dei giganti di Wall Street. In soli nove giorni, dal 24 novembre al 2 dicembre, istituzioni che controllano oltre 20.000 miliardi di dollari di asset hanno ampliato la loro esposizione a Bitcoin.
JPMorgan ha dato il via con gli “Auto Callable Accelerated Barrier Notes”, che offrono un rialzo con leva 1,5x su BTC con un cuscinetto al ribasso del 30% - strumenti pensati per investitori conservatori. Vanguard è seguita il 2 dicembre, aprendo agli ETF su Bitcoin, Ethereum, XRP e Solana per i suoi 50 milioni di clienti. Bank of America e Morgan Stanley hanno dato via libera ai loro consulenti, autorizzandoli a raccomandare allocazioni dall’1% al 4%, in linea con le indicazioni di BlackRock e Fidelity.
Mentre gli investitori retail scaricavano gli ETF su Bitcoin con sconsideratezza, le istituzioni erano pronte a raccogliere BTC a prezzi depressi. Il vero game changer è arrivato con l’ultimo modello di JPMorgan, che fissa il fair value della Regina delle Cripto a 170.000 $ - 68.000 $ sopra i livelli attuali, tenendo conto degli aggiustamenti di volatilità.
Mentre analisti preoccupati prevedevano un possibile calo verso l’area di supporto tra 74.000 e 76.000 $, Bitcoin è rimbalzato rapidamente, salendo da 83.832 $ il 1° dicembre fino a superare i 94.000 $ il 3 dicembre. I rialzisti ora puntano a riappropriarsi della soglia psicologica dei 100.000 $ e tengono d’occhio i flussi negli ETF per capire se i deflussi si sono davvero invertiti.
C’è anche da considerare la performance storica di Bitcoin. In passato, novembre tendeva a essere rialzista per BTC, con guadagni a doppia cifra o quantomeno risultati lievemente positivi nella maggior parte degli anni.
Nei casi in cui Bitcoin ha chiuso novembre in rosso, le vendite in genere si sono protratte in dicembre anziché risolversi rapidamente, complici liquidazioni forzate, tax-loss harvesting e un posizionamento difensivo persistente.

Un novembre negativo non garantisce automaticamente perdite più profonde a seguire, ma aumenta in modo significativo le probabilità che la pressione in vendita persista a dicembre. Episodi precedenti hanno mostrato che il mercato cripto spesso ha bisogno di tempo per stabilizzarsi dopo questo tipo di pullback di fine anno, ma l’attività istituzionale potrebbe rendere irrilevanti i precedenti storici.
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Bitcoin ha attraversato il baratro
Gli sviluppi dell’ultima settimana hanno spinto molti a paragonare Bitcoin all’oro in una nuova chiave e a raccomandare che abbia una porzione dedicata in un portafoglio bilanciato. Per i trader, questo afflusso istituzionale comprime la volatilità tramite gamma hedging e l’espansione delle opzioni (limiti IBIT aumentati fino a 40x). Il ruolo di Bitcoin evolve da ribelle monetario ad asset commoditizzato, con commissioni ETF dello 0,25% che generano miliardi di ricavi.
Più in generale, man mano che la TradFi si integra, il potenziale rialzista “esplosivo” potrebbe moderarsi, ma la maggiore stabilità attrae trilioni. BTC ha superato una soglia importante di legittimazione, e l’intera asset class è destinata a trasformarsi con l’adozione globale in aumento.
Dal punto di vista macro, lo scenario resta misto. Entro la prossima settimana potremmo assistere a due svolte di policy: i mercati prezzano un’alta probabilità di rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan insieme a un taglio della Fed, cioè la combinazione esatta che restringe il carry trade e spinge i grandi allocatori a ridurre il rischio.
Resta da vedere come questi annunci si rifletteranno sui mercati finanziari, ma una cosa è certa: il gioco è cambiato per Bitcoin, e le istituzioni hanno abbracciato pienamente il più giovane asset class del mondo.
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