Il settantenne Donald John Trump, il più anziano presidente degli Stati Uniti, ha rivendicato la Casa Bianca per i Repubblicani portando i mercati ad un crollo la cui devastazione non può essere ancora valutata appieno.
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Nonostante la sorprendente popolarità di Trump, sembra che i mercati azionari favoriscano la vittoria della Clinton durante le esilaranti elezioni presidenziali degli Stati Uniti martedì.
Giovedì i mercati non sono riusciti a ritrovarsi in un buon territorio per rimbalzare, sebbene anche i prezzi del petrolio siano saliti dell’1%.
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La corsa ai beni rifugio come Yen e oro registrata mercoledì mostra che l’assottigliamento della corsa elettorale fra Donald Trump e Hillary Clinton ha lasciato timori non solo negli americani.
Entrambe la Reserve Bank of Australia e la Bank of Japan, martedì hanno annunciato la decisione di mantenere invariati i tassi d’interesse.
ll capo dell’FBI James Comey ha annunciato che l’agenzia sta esaminando nuovamente le email inviate dal server privato della Clinton quando ricopriva il ruolo di segretario di Stato.
Il Dollaro è sceso leggermente durante la sessione asiatica di trading di giovedì, scendendo a 104,14 contro lo Yen (-0,1%) dopo che mercoledì i mercati azionari statunitensi hanno registrato un’altra giornata negativa.
Ieri i profitti deludenti di Wall Street hanno portato un calo nei principali mercati azionari, con le borse statunitensi che hanno chiuso con perdite fra lo 0,3 e lo 0,5%. Apple è stata alla testa del calo con il suo 2% di perdite.
La Sterlina inglese è salita contro il Dollaro statunitense mentre la propensione al rischio è aumentata in tutto il mondo, anche se gli analisti hanno sottolineato che i profitti saranno probabilmente limitati, poiché gli investitori stanno considerando il possibile impatto della Brexit.
Il Peso messicano, indicatore non ufficiale delle aspettative per le elezioni negli Stati Uniti, ha continuato a rafforzarsi sulla scia del dibattito presidenziale di mercoledì notte.
Mercoledì il governo cinese ha confermato che l’economia cinese, seconda maggiore economia al mondo, è cresciuta del 6,7% nel terzo trimestre del 2016, trovandosi in linea con le aspettative e rimanendo invariata rispetto al periodo precedente.
Martedì le borse asiatiche sono salite leggermente nonostante le preoccupazioni per i dati deboli dalla Cina, con l’indice MSCI che è salito dello 0,5%.
Mentre ci si prepara al discorso di Mario Draghi più tardi, i mercati digeriscono l’ultima notizia dall’Eurostat, che ha evidenziato che i dati del DPI di settembre hanno soddisfatto le aspettative degli analisti.
Il Dollaro statunitense è sceso da un massimo su 2 mesi e mezzo dopo che i deboli dati commerciali cinesi hanno confermato che le importazioni dagli Stati Uniti sono tornate in territorio negativo.
La coppia EUR/USD, probabilmente una delle coppie di valute più scambiate al mondo, rimane a livelli bassi con l’Euro sotto continua pressione nonostante gli ultimi dati economici.