Questo pomeriggio l’oro ha rotto la barriera dei 1300$ per la prima volta in 15 mesi. Dopo essere salito a quota 198$ durante la notte, la materia prima ha continuato a brillare oltrepassando inaspettatamente il livello chiave 1300$.
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Le materie prime stanno sperimentando la loro prima ripresa dal 2010: l’eccesso di scorte ha flagellato i mercati per più di due anni ed ora inizia finalmente a diminuire.
Mercoledì la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi d’interesse, segnando il terzo meeting consecutivo della banca centrale statunitense nel 2016 in cui vengono mantenuti i tassi invariati.
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La Federal Reserve si riunirà oggi per due giorni di meeting, ma per la maggior parte dei mercati il dado è già stato tratto. Non si prevede alcun aumento dei tassi d’interesse questa volta, e la decisione è già stata digerita.
I contratti a termine sullo Yuan sono saliti per la prima volta in cinque giorni dopo che la banca centrale ha aumentato il proprio tasso di riferimento, in previsione dei commenti che arriveranno più tardi questa settimana da parte della Federal Reserve.
Lo faranno o non lo faranno? Questa è la domanda che ha aleggiato in tutti i mercati questa settimana riguardo l’aumento dei tassi Fed.
Giovedì i prezzi del greggio si sono stabilizzati nella prima parte della sessione asiatica, dopo un rimbalzo notturno: una relazione ha suggerito che la sovrapproduzione mondiale di greggio sta scendendo.
Martedì pomeriggio i mercati asiatici hanno invertito il trend, restituendo i guadagni precedenti mentre i mercati del continente cinese scendevano bruscamente.
Nonostante l’orientamento accomodante della Reserve Bank Board, la coppia AUD/USD è sembrata riguadagnare slancio, andando anche a toccare nuovi massimi sul 2016.
A Doha i dialoghi sulla crisi si sono protratti fino a sera, con i produttori di greggio membri e non dell’OPEC che non sono riusciti a raggiungere un accordo per far risalire i prezzi del greggio, in caduta libera dall’anno scorso.
Venerdì la Cina ha registrato la sua crescita economica più lenta dal 2009 , con un aumento del 6,7% del prodotto interno lordo sul primo trimestre.
La Bank of Japan sarebbe pronta ad espandere nuovamente i suoi stimoli monetari, qualora continuassero ad indebolirsi le aspettative sull’inflazione.
Lo Yen continua a muovere i mercati. Dopo aver toccato un picco su 17 mesi di 107,63 Yen per Dollaro lunedì, martedì sembrava pronto ad indebolirsi per la prima volta in otto sessioni, facendo rafforzare i mercati asiatici.
I mercati asiatici hanno continuato a scendere lunedì, ma uno Yen forte ha continuato a pesare sul Giappone, con il Nikkei 225 che ha ripercorso le perdite di oltre l’1,3% per essere scambiato al ribasso dello 0,75%.
Lo Yen giapponese è salito per il quinto giorno di seguito giovedì, rafforzandosi fino all'1,7% a quota 107,92 contro il Dollaro, e toccando il suo livello più alto dal 19 ottobre 2014.