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Da alcune relazioni è emerso che permane un sulle piattaforme petrolifere statunitensi, notizia che venerdì ha portato a un calo dei prezzi del greggio.

Martedì la Grecia ha mancato il pagamento di 1,5 miliardi di Euro al FMI, e ora tutti gli occhi sono puntati sul futuro della moneta unica e l’impatto che questo avrà a livello internazionale.

Il cosiddetto “d-day” (default-day) è proprio dietro l’angolo ma il Primo Ministro Alexis Tsipras è ancora convinto di non aver perso la battaglia.

L’amministratore delegato di Piraeus Bank SA Anthimos Thomopoulos, domenica ha riportato ai giornalisti la sua decisione di chiudere mercati e banche greche per tutta la settimana.

La scadenza dei pagamenti dei debiti di Atene è prevista per la fine del mese ma le speranze che si raggiunga un accordo con i creditori si sono affievolite.

Il Dollaro statunitense continua a salire contro la sua controparte canadese, chiudendo a 1,2448, in rialzo contro il “Loonie” canadese per il quarto giorno consecutivo.

Con le possibilità di un accordo sul debito greco in vista, è solo questione di tempo prima che il Dollaro rimbalzi e riprenda il proprio posto contro l’Euro.

Durante il weekend, il Primo Ministro greco Alexis Tsipras ha presentato nuove proposte all’Unione Europea, mostrando una nuova volontà di Atene di avallare condizioni che aiuterebbero la nazione ad evitare il default.

Christine Lagarde, alla guida del FMI, ha riferito ai giornalisti che se Atene non rispetterà il pagamento previsto per fine mese, non otterrà un altro periodo di grazia.

Il meeting di mercoledì della Federal Open Market Committee non ha portato sorprese, visto che la decisione è stata di mantenere i tassi d’interesse a zero fino a nuovo avviso.

Mercoledì la Federal Reserve chiuderà le sue due giornate di meeting politico con persistenti preoccupazioni e speculazioni sullo stallo della situazione greca e i dati economici misti dagli USA.

Il tentativo di raggiungere un accordo fra Grecia e creditori internazionali è nuovamente fallito. Lunedì i partner europei hanno però risposto alla situazione con un ulteriore piano di emergenza per porre fine all’attuale condizione di stallo finanziario.

Anche se la scorsa settimana i rendimenti dei bond statunitensi sono aumentati, i traders sono rimasti delusi dal consiglio del FMI di posticipare al 2016 il rialzo dei tassi d’interesse.

Occhi puntati sul G7 di lunedì, mentre alcuni investitori stanno monitorando le due maggiori economie asiatiche, Cina e Giappone, per le quali è previsto il rilascio di molti dati nel corso della settimana a venire.

L'FMI ha rilasciato una relazione giovedì nella quale consiglia alla Federal Reserve statunitense di posporre un rialzo dei tassi d’interessi fino alla prima metà del 2016.