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Martedì scorso, i dati economici scadenti dalla Gran Bretagna, hanno permesso all'euro e al dollaro di segnare guadagni importanti contro la sterlina britannica. Così ad esempio, in Gran Bretagna i consumi domestici hanno registrato il livello più basso dal 1978.
Gli esperti prevedono anche questa settimana un ulteriore calo dell'euro nei confronti del dollaro. Già durante la settimana scorsa, la moneta unica europea aveva perso circa il 3% nei confronti del biglietto verde. Un ulteriore elemento di pressione e’ costituito dalle aspettative sui tassi d’interesse.
Giovedì l’Euro superava nuovamente il muro dei 1,36 dollari USA. Gli esperti parlano di un apprezzamento dopo il netto recupero delle perdite nei primi scambi del nuovo anno. Durante le prime ore di trading, la moneta comune veniva quotata a 1,3651 dollari mentre un dollaro valeva 0,7329 euro. Mercoledì a mezzogiorno, la Banca centrale europea (BCE) aveva fissato il prezzo di riferimento a 1,3595 (Martedì: 1,3332) dollari.
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Lunedi’ l’Euro si teneva a mala pena sotto i 1,40 dollari US. Nelle prime ore di scambio la moneta comune veniva scambiata a 1,3918 dollari, per cui un Dollaro costava 0,7186 Euro.
Poco prima di Capodanno l’Euro si rinforza in confronto a tutte le principali valute. Nei confronti del dollaro la moneta comune ha di nuovo superato quota 1,42 dollari USA, mentre continua inesorabile la sua ascesa nei confronti della sterlina britannica: per raggiungere la parità con la sterlina, all'Euro mancano solo altri quattro centesimi.
La Banca del Giappone è alla ricerca di nuove, aggressive misure per incrementare l'accesso al credito delle imprese. La produzione di veicoli Giapponesi è scesa del 20%, il calo maggiore da 10 anni a questa parte.
Nel 2008, sui mercati finanziari mondiali si è abbattuta una vera e propria tempesta, mettendo a dura prova centinaia d'imprese, portandole sul baratro del fallimento e costringendo molti investitori ad abbandonare le loro posizioni di vantaggio economico.
Dopo gli aumenti repentini degli ultimi giorni, l'euro ha perso slancio. Dopo aver scalato in mattinata la vetta più elevata degli ultimi 2 mesi e mezzo, raggiungendo quota 1,45 dollari, e’ poi scivolato tornando sotto quota 1,44 dollari.
L'euro ha cominciato la sua scalata in direzione 1,35 dollari US. Durante le prime ore di scambio, la moneta unica europea si assestava su 1,3495 dollari US e circa un centesimo in più rispetto alla fine della scorsa settimana. Pertanto, l’Euro costa oggi così come costava a metà ottobre.
Sia il Dollaro USA che lo Yen giapponese hanno incassato forti perdite poiché alcuni investitori si sono sentiti rincuorati dal tentativo di trovare un accordo tra il governo degli Stati Uniti e le tre grandi case automobilistiche per il salvataggio di queste ultime.
L'Euro ha segnato notevoli guadagni in apertura di settimana. Il futuro presidente degli Stati Uniti Barack Obama domenica aveva presentato il più vasto programma economico degli Stati Uniti dal 1950 e riaccendendo così l'appetito di rischio degli investitori.
Martedì l'Euro ha recuperato terreno perso nel capitombolo dello scorso Venerdì, anche grazie al recupero registrato dalla maggior parte dei mercati azionari.
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Registrati per ricevere gli ultimi aggiornamenti di mercato ed i segnali gratis direttamente alla tua email.Secondo il parere del comitato del Fondo monetario internazionale, il legame che lega molte valute arabe al dollaro, costituisce un ostacolo per la politica monetaria nel Golfo. A detta del Fondo monetario internazionale, anche l'inflazione potrebbe essere tenuta maggiormente sotto controllo nei paesi con un sistema valutario più flessibile.
Gli Stock mondiali sono scesi a 5-1/2 anno bassi e il petrolio ha toccato il fondo degli ultimi 22 mesi, quando gli investitori hanno reagito agli ammonimenti della Federal Reserve sull'economia e i timori circa la redditività delle principali case automobilistiche degli Stati Uniti e del gigante bancario Citigroup.
I margini del Dollaro rimangono alti all’apertura dei mercati di questa settimana, rimanendo saldo dopo lo scarso effetto del G20 sui mercati. Lo Yen giapponese, d'altro canto, non riesce a mantenere i guadagni precedenti alla pubblicazione dei dati sull’economia giapponese, in discesa nel Q3.