La sessione di mercoledì ha visto un tentativo di ripresa dell’EuroDollaro, fermato però dalla troppa resistenza al di sopra della maniglia 1,31, per la seconda volta in tre mesi. Il livello 1,3150 appare piuttosto resistente, e si pone quindi come cima di un’ampia area di consolidamento. Ecco perché ritengo che l’Euro sia ormai pronto a cadere, probabilmente solo per un movimento a breve termine.
Dopotutto, vedo il livello 1,30 come l’inizio di un supporto continuo giù fino a 1,29. Il mercato ha più e più volte legato con l’Euro: non ha senso continuare a discutere. Ritengo ancora che, sebbene il mercato stia salendo, vedremo infine un calo dell’Euro. Tutto ciò non si avvia però a succedere a breve termine.
Volatilità attraverso i titoli
A causa delle negoziazioni in corso a Washington DC, ritengo che la coppia EuroDollaro continuerà ad essere volatile. Dopotutto, sembra sempre più probabile che la BCE supporti il marcato dei bond in tutto il continente, il che certamente non dispiace ai trader. Sembra, però, che i membri del Congresso degli Stati Uniti stiano giocando una partita a poker dalla posta piuttosto alta con i negoziati sul Fiscal Cliff, il cosiddetto precipizio fiscale.
Se dovessimo raggiungere gennaio senza alcun tipo di soluzione negli USA, il paese entrerebbe quasi certamente in recessione. Il caso più probabile è però quello in cui il Congresso, quasi certamente, metterebbe insieme un qualche tipo di accordo, per posticipare il momento in cui andranno prese decisioni pesanti. Ecco perché ritengo che in basso, in qualche modo, ci sia un limite. Per essere realistici, i mercati manderanno a Washington un segnale prima della scadenza. In questo scenario ci sarà una fuga dal Dollaro statunitense e da qualsiasi asset considerato a rischio, Euro compreso.
Sul breve termine, ritengo che rimbalzeremo tra 1,3150 e 1,30, o giù di lì. L’Europa vedrà però oggi il meeting della BCE, che potrebbe spostare i mercati non per gli annunci sui tassi d’interesse, ma per la conferenza stampa che seguirà.