Di: DailyForex
Sembra che lo XAU/USD abbia interrotto la propria discesa sull’area 1603, dopo cinque giorni consecutivi chiusi in perdita. I prezzi dell’oro sono in discesa da ottobre, in seguito ai dati, piuttosto positivi, provenienti dagli Stati uniti. Le vendite di immobili e auto sono in crescita, e mostrano un miglioramento dell’economia; ci sono inoltre altri segnali che mostrano la stabilizzazione del mercato del lavoro. In più, la preoccupazione per l’inflazione va scemando, e le brillanti previsioni economiche hanno scalfito il fascino del metallo prezioso. La coppia XAU/USD ha perso circa il 4,5% dal primo gennaio: la propensione degli investitori ad asset convenzionali, quali titoli statunitensi e giapponesi, è salita drasticamente. Ritengo ancora che questa settimana lo XAU/USD rimanga intrappolato in un range compreso tra 1626 e 1588, e mi aspetto che i prezzi rispettino il canale discendente che ha avuto origine ad ottobre. Da un punto di vista tecnico, credo che i ribassisti continueranno, sul lungo termine, a dominare questo mercato. I prezzi sono di nuovo al di sotto delle nuvole di Ichimoku sull’intervallo settimanale per la prima volta da agosto 2012, e la linea Tenkan-sen (media mobile a nove periodi, linea rossa) è al di sotto della Kijun-sen (media mobile a 26 giorni, linea verde).
Sebbene le previsioni tecniche siano estremamente ribassiste, non mi sorprenderei di vedere un nuovo rimbalzo al livello 1626 prima di una nuova svendita. Se i rialzisti riuscissero a tenere la coppia al di sopra della linea a 1603, potremmo assistere ad un nuovo tentativo di superare 1615. Al di là di questo punto troveremmo ulteriore resistenza su 1618,83 e 1625,64. Se però i ribassisti aumentassero la pressione per la vendita, e i prezzi scendessero sotto 1603, aspettatevi supporto su 1597,77. Una rottura al di sotto di questo livello suggerirebbe che la coppia è diretta a 1588. I partecipanti al mercato si concentreranno oggi sui dati dell’indice del prezzo dei produttori, sui permessi edilizi e sul rilascio dei verbali dell’incontro, datato 29-30 gennaio, dell’Open Market Committee della Federal Reserve.