Di: DailyForex
Il cambio euro dollaro ha vissuto venerdì un’ottima sessione, ma come potete vedere resta ancora sotto la maniglia 1,36. Ritengo che questa zona sia il picco dell’intervallo di trading recente, e credo anche che nelle prossime settimane potremmo benissimo ritrovarci in un consolidamento. Dovremo vedere cosa succede, ma credo che il livello 1,36 sarà piuttosto resistente, e che 1,33 offrirà un buon supporto. Tutto questo ha senso, per il semplice motivo che i mercati avranno molto da pensare al momento, specialmente se parliamo della Federal Reserve e della possibilità che effettui il tapering del QE.
Le richieste di disoccupazione ultimamente sono migliorate, portando molti a credere che la Federal Reserve possa di fatto effettuare il tapering del programma di acquisto dei bond, ma dobbiamo ancora vedere dati sul lavoro migliori prima di convincere davvero il mercato. Dopotutto, una delle maggiori preoccupazioni di cui hanno parlato i membri del consiglio della Fed è stata proprio l’occupazione.
Nonfarm payroll, dati sulla disoccupazione.
Entrambi questi annunci influenzeranno pesantemente l’euro dollaro, così come i dati provenienti dall’Europa. Non dobbiamo però dimenticare che la Federal Reserve è senza dubbi la maggiore banca centrale al mondo, in grado di muovere i mercati più delle altre. Tenete d’occhio eventuali titoli di giornale che parlano dei membri votanti della Federal Reserve, e da questo presupposto anche le conferenze, i meeting e ovviamente i discorsi. Tutti questi scenario potrebbero far muovere i mercato, specialmente in caso si parlasse del possibile tapering.
É sempre importante tenere d’occhio i dati del nonfarm payroll, ma di questi tempi lo è ancora di più: fondamentalmente, è l’unica domanda che interessa ai mercati, EUR/USD compreso. I dati sull’economia europea, ovviamente, influenzeranno il mercato, e il fatto che la Germania stia iniziando a mostrare segni di vita certamente non danneggia l’euro. Ritengo però che a conti fatti, questo mercato prima o poi girerà in favore del dollaro, sempre se supponiamo che l’occupazione si riprenda.