Siete pronti per qualche buona notizia alla pompa di benzina? Dopo anni di prezzi della benzina in crescita, presto i consumatori dovrebbero poter riempire i serbatoi a prezzi stracciati. I prezzi del greggio sono già più bassi del 2009, e non si stanno neppure assestando. Quest’anno il crude oil ha già perso oltre il 40%, e i prezzi si aggirano intorno ai 42$ al barile, un considerevole crollo dai 100$, e il prezzo più basso in sei anni e mezzo.
Una relazione della AAA ha riportato che in America il prezzo medio per il carburante ora è di 2,66$ al gallone, contro i 3,45$ di un anno fa.
15-20$?
Secondo David Kotok, noto money manager ed economista finanziario: “Non c’è niente a suggerire che abbiamo toccato il fondo. Si potrebbero facilmente raggiungere i 15 o 20$ per il greggio”.
Il fattore chiave ad alimentare il crollo è l’immensa quantità di scorte nel Medio Oriente, aumentate dal recente accordo sul nucleare dell’Iran. Con l’OPEC, guidato dall’Arabia Saudita, che rifiuta di tagliare i propri livelli di produzione, e il rallentamento dell’economia cinese, i prezzi possono andare in un’unica direzione.
Kotok continua: “La miglior arma dei sauditi è il minor prezzo possibile del greggio al volume massimo. Hanno sufficienti risorse finanziarie da poter resistere anni”.
Inoltre, la produzione di petrolio negli Stati Uniti è a livelli record, e nonostante i severi tagli agli impianti di perforazione, i produttori hanno dato prova di essere più efficienti, continuando gli alti livelli di produzione.
15$ potrebbero sembrare assolutamente vergognosi, ma alcuni tipi di greggio sono già vicini a toccare quel livello. Il Western Canadian crude, ad esempio, un tipo di greggio più pesante e difficile da raffinare, al momento viene scambiato intorno ai 20$.
Non tutti gli analisti concordano con Kotok, e alcuni prevedono che i prezzi si assesteranno intorno ai 60$ al barile prima di invertire il trend e tornare a salire.