L’oro ha chiuso la sessione di venerdì in perdita di 2,41$ attestandosi a 1255,37 Dollari l’oncia, con gli investitori che hanno continuato a riscuotere i recenti profitti dopo che il mercato non è riuscito a far breccia nel livello di resistenza 1267,50. I prezzi dell’oro, che verso l’inizio della settimana erano scesi ad un minimo su due settimane di 1225,39$, hanno ricevuto una spinta dall’annuncio della Fed, e sono arrivati a toccare un massimo di 1270,87$. I dati di venerdì dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) hanno mostrato che gli investitori speculativi del Chicago Mercantile Exchange hanno ridotto le loro posizioni lunghe nette sull’oro dai 174.810 della scorsa settimana agli attuali 169.512 contratti.
In un discorso dopo che la banca centrale ha lasciato invariati i tassi d’interesse, e segnalato un numero minore di aumenti dei tassi nei prossimi mesi, il presidente della Federal Reserve Janet Yellen ha dichiarato: "La maggior parte dei partecipanti del Committee ora si aspetta che ottenere risultati economici simili a quelli previsti a dicembre richiederà probabilmente un percorso più lento di quanto previsto, in quello stesso momento, per i tassi d’interesse”. Durante l’anno l’oro è salito più del 18%, con le agitazioni dei mercati finanziari che hanno aumentato l’interesse per il metallo prezioso come rifugio, mentre si riducevano le probabilità di vedere quattro aumenti dei tassi d’interesse quest’anno dalla Federal Reserve. In altre parole, non ha sorpreso che la banca centrale statunitense abbia portato le proprie previsioni per gli aumenti dei tassi d’interesse di quest’anno da quattro a due (e in qualche modo il mercato lo aveva già messo in conto).
Da un punto di vista tecnico, il mercato dovrà ancorarsi in qualche punto oltre il 1280 o scendere attraverso il 1225, prima che potremo vedere un po’ di azione. Nonostante scambiare al di sopra delle nuvole di Ichimoku sui grafici settimanale e giornaliero indichi che le previsioni per il medio periodo siano positive, anche la diminuzione di slancio è da tenere d’occhio, soprattutto quando sul grafico giornaliero RDI e price action divergono. In parole povere, fin quando non oltrepasseremo la resistenza al 1280, il rischio di scendere al 1225 rimane alto. Se la coppia XAU/USD rompesse questo supporto, cercherei poi nel lato ribassista per i target successivi: il 1213 e il 1205. Una rottura convincente attraverso il 1280, d’altra parte, sarebbe un segnale incoraggiante e aprirebbe la strada al picco del 2015 a 1308$. Nel suo percorso al rialzo, mi aspetto di vedere resistenza al 1295.