L’oro ha aperto il 2016 a quota 1062$ l’oncia. Per la prima metà dell’anno il metallo prezioso si è rafforzato da quel minimo andando a toccare 1375$ all’inizio di luglio, con il biglietto verde che è rimasto debole a causa della percezione che una debole crescita economica, in aggiunta ai problemi globali, avrebbe portato la Fed a non aumentare i tassi d’interesse quattro volte come previsto. Il mercato si è poi consolidato per tre mesi, andando a formare un triangolo discendente. In seguito, i prezzi hanno rotto al di sotto del supporto al 1304$, accelerando il loro declino dopo le elezioni presidenziali statunitensi a novembre. Un paio di settimane fa la coppia XAU/USD veniva scambiata ad un minimo di 1122,55$ dopo l’annuncio del primo aumento dei tassi del 2016.
Sebbene il metallo abbia restituito la maggior parte dei profitti, i prezzi sono saliti approssimativamente di 98$. Le aspettative che la Federal Reserve continuerà ad inasprire la politica monetaria dovrebbero pesare sul mercato. Anche gli alti rendimenti dei bond non favoriranno l’oro, ma ci sono anche altri fatti da considerare. Prima di tutto, non si sa ancora quanto (e con che velocità) Trump riuscirà a ravvivare l’economia americana. In secondo luogo, in genere la Federal Reserve è ottimista rispetto la crescita e l’inflazione, ma c’è differenza fra proiezioni e realtà. Se i piani fiscali di Trump riusciranno a far andare avanti i suoi piani di spesa, e gli investitori continueranno ad investire denaro in azioni, il metallo prezioso dovrà affrontare ulteriore pressione ribassista.
Da un punto di vista tecnico il quadro generale è ancora negativo, con il mercato che risiede al di sotto della nuvola di Ichimoku sugli intervalli settimanale e giornaliero. Tuttavia, i grafici del breve periodo suggeriscono la probabilità di un nuovo test al 1212,60-1200, se la zona 1177/3 verrà oltrepassata con successo. Una chiusura settimanale al di sopra del 1230/25 indicherebbe che l’area 1270/65 sarà la prossima fermata. Oltre quella, gli orsi aspetteranno nella zona 1311/04, dove la nuvola settimanale converge su un precedente supporto. Se la coppia XAU/USD non riuscisse a mantenersi al di sopra del 1148/5, il risultato del prossimo test del 1125/3 confermerà cosa succederà in seguito. In basso è presente un’area critica di supporto fra il 1103 e il 1096. Dunque, dovremo scendere lì sotto per poter continuare nel lato ribassista. Se la coppia XAU/USD riuscisse a rompere al di sotto del 1096, cercherei ulteriormente il lato ribassista con il 1080/75 e il 1060 come target.