Martedì i mercati del gas naturale hanno registrato un rally durante la sessione di negoziazione, ma sono stati svenduti quasi immediatamente. Il rally ha dunque avuto vita breve e ci siamo voltati per raggiungere il livello dei 2,28 dollari, e ora con probabilità il mercato scenderà ai 2,25 dollari nelle prossime 24 ore circa, e quindi forse ai sottostanti 2,20 dollari.
In base all’esaurimento, i rally a breve termine dovrebbero continuare a offrire opportunità di vendita, ma per entrare nel mercato è necessario un grafico a breve termine. I mercati mostrano molta instabilità, e i venditori potrebbero continuare a tenere le redini del mercato, date le condizioni di eccessiva fornitura di gas naturale. Questi mercati sono ovviamente molto ciclici e va notato che siamo passati al contratto di settembre; ci stiamo avvicinando alle basse temperature che dovrebbero offrire un po’ di supporto. Il movimento al rialzo è ciclico ogni volta che inizia questa fase autunnale, ma ovviamente è ancora troppo presto per un movimento massivo.
Il livello dei 2,20 sottostante sarà un target, dato che rappresentava il supporto precedente. Un calo lì sotto, ci potrebbe introdurre ai successivi 2,00 dollari, obiettivo a cui tutti puntano; a seconda che ci arriviamo o meno sarà uno scenario completamente diverso. Sospetto sia quello che i venditori stanno cercando di fare, quindi non mi sorprenderebbe affatto vedere il mercato colpire quel livello.
Al rialzo, la media mobile esponenziale a 50 giorni dovrebbe fungere da lieve resistenza, soprattutto perché si trova in prossimità dei 2,40 dollari, un’area che ha offerto resistenza in passato, per non parlare del fatto che questo mercato tende a muoversi e con incrementi di 0,10$. In ultima analisi, si tratta semplicemente di aspettare che i grafici a breve termine formino qualcosa per l’effetto di una shooting star o di una candela engulfing ribassista per poi approfittarne. Questo mercato è straordinariamente ribassista, poiché americani e canadesi detengono più gas naturale di quanto si saprebbe cosa farne, per cui è quasi impossibile immaginare uno scenario nel quale l’offerta diventa un problema nel lungo periodo, avremo invece problemi minori nel breve periodo come abbiamo visto di recente a causa della tempesta tropicale e dell’ondata di calore negli Stati Uniti.