L’euro è dapprima sceso durante la sessione di negoziazione di mercoledì, ma ha trovato supporto sufficiente appena sopra il livello degli 1,11 invertendo la situazione e formando un certo martello. Il martello è un segnale rialzista, anche se l’ambiente attuale sembra portare ad un rimbalzo da questi livelli di prezzo. Da notare che comunque abbiamo già visto questo film: diverse volte in passato il mercato si è rafforzato sopra la media mobile esponenziale a 50 giorni, ma ha lottato per superare quella a 200 giorni, e questo si vede bene se si considerano i movimenti della coppia EUR/USD degli ultimi 20 mesi circa.
Questo mercato sta cercando direzionalità e, sebbene di recente abbia fatto un enorme passo in avanti, il segnale è ancora debole rispetto a quello che è stato un trend al ribasso a lungo termine, per questo potremmo vedere un po’ di lotta in questa zona generale. Fatto davvero interessante, la cruciale media mobile esponenziale a 200 giorni si trova agli 1,12, cioè una figura grande, tonda, psicologicamente significativa e un’area che ha funto da lieve supporto in passato e ora dovrebbe rappresentare abbastanza resistenza.
Questo mercato è stato fortemente influenzato dalla carenza di dollari a livello mondiale, ma la Federal Reserve ha fatto enormi operazioni di pronti contro termine per alleviare i problemi di liquidità, spingendo il valore del dollaro a livelli inferiori. In ultima analisi, i prossimi due giorni continueranno il consolidamento, ma se la coppia dovesse voltarsi e crollare sotto il fondo del martello stampato nella sessione del mercoledì, sostanzialmente rompendo la soglia degli 1,11, allora scenderemo leggermente di più. Non si tratterà di una facile situazione di “sell and hold”, ma sembra certo che la coppia si abbasserà. D’altra parte, se si registra un break settimanale sopra al livello degli 1,12, allora si potrebbe aprire una discussione per un possibile cambiamento di tendenza. Dal punto di vista economico, però, trovo in qualche modo difficile essere eccitato di possedere l’euro. Molto di questo probabilmente dipenderà dalle dichiarazioni rilasciate dalla Federal Reserve durante l’annuncio del FOMC.