La sterlina britannica si è ritirata negli scambi del mercoledì, rompendo ben al di sotto della soglia dell’1,25 prima di rimbalzare leggermente. Sembra che il livello degli 1,25 offra un certo supporto, considerando che sotto c’era una bandiera rialzista, e per questo nel complesso c’è molta instabilità. Sebbene io sia molto rialzista del dollaro statunitense, non so se la sterlina britannica crollerà come quasi sicuramente faranno altre valute. Dopotutto, si trova a un livello così basso dal punto di vista storico che penso ci sia molto interesse per un tentativo a lungo termine.
Ai livelli sottostanti, ritengo ci sia un grande supporto fino al livello degli 1,2250, quindi finché la coppia GBP/USD non scende sotto quel livello, continuerà la tendenza al ribasso a più lungo termine. Non fraintendetemi, può certamente succedere, ma sarà una lotta molto più grande vendere alcune delle altre valute contro il dollaro statunitense, come il dollaro australiano ad esempio. Altri esempi potrebbero includere il dollaro neozelandese, il dollaro canadese e così via.
Date le mie considerazioni, non penso che il passaggio al rialzo della sterlina britannica sarà così semplice. Dopotutto, ha frenato di colpo alla media mobile esponenziale a 200 giorni e questo ovviamente è un fattore a cui molti operatori stanno prestando attenzione. In questo panorama, penso vedremo un’elevata quantità di trading instabile e un maggior contesto di scambi infragiornalieri. Tuttavia, nel caso in cui ci fosse un crollo maggiore a Wall Street o in Europa, il mercato probabilmente andrà alla ricerca della sicurezza del biglietto verde, portando un certo “effetto a catena” qui in questo mercato. Al rialzo, ad una chiusura giornaliera sopra la media mobile esponenziale a 200 giorni, raffigurata in nero sul grafico, la coppia potrebbe andare verso il livello degli 1,2750, e infine al livello successivo degli 1,30. Anche se non lo vedo un movimento impossibile, lo trovo molto improbabile a questo punto. A parità di condizioni, dobbiamo sempre tenere a mente entrambi i lati dell’equazione: con il Regno Unito in lockdown e la Brexit che richiede ancora una soluzione, sono un po’ scettico sulla sterlina britannica nel breve termine.