L’Euro ha continuato a contrarsi dai vertici dell’intervallo iniziato giovedì, in quello che comincia a diventare un modello familiare. Ancora una volta il mercato ha continuato semplicemente ad andare avanti e indietro dal livello degli 1,0750 al livello degli 1,10, poiché entrambe le banche centrali stanno cercando di attuare l’allentamento quantitativo. Quest’azione ovviamente lavora contro il valore delle rispettive valute e, di conseguenza, continueremo ad assistere a comportamenti instabili e irregolari nel breve termine. Nelle migliori circostanze, la coppia EUR/USD tende ad oscillare avanti e indietro, quindi considerando il panorama mondiale attuale odierno, si tratta semplicemente dello stesso movimento.
Il sottostante livello degli 1,0750 funge da supporto enorme, causando persino un certo martello proveniente dalla precedente candela mensile. Questo determina un elemento al quale prestare attenzione perché se la coppia scendesse sotto la parte inferiore dell’intervallo, sarebbe una grave violazione del supporto. A quel punto, l’euro potrebbe andare alla ricerca di un tasso di cambio al livello degli 1,0650, seguito dal livello degli 1,05. Sotto tale livello si verificherebbe un crollo assoluto dell’euro, non solo in base al prezzo effettivo ma anche sui grafici storici. Ricordate, si può assistere ad un euro sintetico, cioè una combinazione di tutte le valute nella stessa ponderazione in cui vengono rappresentate nell’euro. In base a tale misurazione, una rottura sotto al livello degli 1,05 potrebbe successivamente portare al conseguente calo allo 0,80. Ovviamente in tal caso, si tratta di una chiamata straordinariamente a lungo termine.
Tuttavia, se dovessimo superare il livello degli 1,10, gli acquirenti potrebbero anche fare ritorno nel mercato. Si tratterebbe di una violazione della media mobile esponenziale a 200 giorni, un’azione che viene generalmente considerata come un segno rialzista. Tuttavia, mi risulta quantomeno difficile pensare che l’euro stia per schiacciare improvvisamente il dollaro senza un qualche evento significativo in uscita dall’Unione Europea; dopotutto, se si vuole coniare una metafora attuale, l’economia dell’UE è “attaccata ad un respiratore” e ovviamente la BCE è straordinariamente espansiva con la sua politica monetaria, sebbene in tutta onestà si possa vedere la stessa cosa da parte della loro controparte di Washington DC. Questo ovviamente è il motivo principale per cui non possiamo proprio dirigerci da nessuna parte.