L’euro è inizialmente sceso al ribasso all’apertura del lunedì, per poi però voltarsi e colmare quel gap prima di cadere in modo significativo. Il mercato da qualche tempo scambia all’interno di un intervallo, mentre il livello superiore degli 1,10 sopra ha offerto una forte resistenza. Inoltre come visto in precedenza, il sottostante livello degli 1,0750 funge da quantità significativa di supporto, per questo mi piace l’idea di dissolvere i rally. L’euro è stato molto instabile e a dir poco irregolare; la coppia di valute EUR/USD è molto incostante, di conseguenza, non sorprende granché poter assistere ad un piccolo rimbalzo a breve termine, solo per poi vedere di nuovo il mercato cadere. Nel complesso, il mercato si è dimostrato piuttosto negativo, ma negozia in un intervallo a breve termine.
L’Euro infatti si rivela un mercato molto calmo per i trader a lungo termine, ma ai trader a breve termine piace l’idea di vendere l’esaurimento come fatto negli ultimi anni. Venerdì usciranno i numeri sull’occupazione, quindi tra oggi e quella giornata vedremo probabilmente comprimere ulteriormente la volatilità. Tutto considerato, si tratta di un mercato negativo e i fondamentali non cambiano in sostanza l’idea della direzione futura che prenderà questa coppia di valute.
Come già accennato, favorisco l’idea di svanire i rally sui grafici a breve termine e non ho interesse ad acquistare questa coppia. Se dovessimo superare i vertici della stella cadente stampata nella sessione del venerdì, sarebbe un segnale molto rialzista, soprattutto se riusciamo a cancellare la media mobile esponenziale a 200 giorni situata giusto sopra. Non mi aspetto che ciò accada, ma meglio considerare sempre lo scenario alternativo. A questo punto, tuttavia, penso ci siano molte più probabilità di vedere un test al livello degli 1,08 prima di uno al livello degli 1,10, poiché in generale continua ad esserci molta avversione al rischio, che solitamente favorisce il dollaro americano in quanto spinge più denaro nei mercati del Tesoro, aumentando ovviamente complessivamente la domanda di dollari statunitensi. Ci sono molte preoccupazioni nei riguardi dell’economia globale, perciò il dollaro statunitense continua a guidare il resto delle valute del G10. La candela sembra estremamente negativa, poiché stiamo chiudendo verso il fondo dell’intervallo del 10%.