- Forte rallentamento dell’aumento dei prezzi dal +1.6% di settembre
- Crollo del comparto energetico
- Qualche consiglio su dove investire a breve termine
Inflazione a Ottobre 2025 su Base Annua

Dati Istat Ottobre 2025 su Ottobre 2024
Sono usciti lunedì 17 novembre i dati Istat sull’andamento dell’inflazione italiana nell’ultimo anno, confermando i rumors di una forte contrazione nel mese di ottobre 2025 rispetto al mese di ottobre dell’anno precedente: l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione pari al del -0.3% su base mensile e del +1.2% su base annua (in forte calo dal +1.6% nel mese precedente).
La decelerazione è dovuta principalmente al calo dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,9% da +4,8%) e soprattutto al calo di quelli degli Energetici regolamentati (-0,5% da +13,9% a settembre). Buone notizie anche per le famiglie italiane: diminuisce il "carrello della spesa" (+2,1% da +3,1%).
Se il rallentamento dell’inflazione, peraltro più bassa della media europea che si attesta al momento al +2.2% su base annua, è sempre una notizia da accogliere con ottimismo, nascono alcuni dubbi su quali siano le reali causa di un calo così consistente: il pericolo è che una forte componente sia data dalla stagnazione di diversi settori, principalmente quello automobilistico, e che le famiglie italiane si trovino in difficoltà rispetto alla capacità di spesa.
Prendendo comunque il dato nella sua componente positiva, dobbiamo registrare una difficoltà a parcheggiare il denaro a breve termine, visto che a un anno ci si aspetta tassi medi dell’Unione Europea sotto il 2%.
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Proposte di Parcheggio della Liquidità a Breve Termine
Scongiurata al momento una nuova stagione di rialzo del costo del denaro da parte della Bce, la sfida di dove parcheggiare la parte a breve del portafoglio, quella per intenderci non oltre un anno di durata, diventa sempre più ardua.
Andiamo a vedere le due migliori proposte offerte dal mercato, in alternativa ai classici Titoli di Stato, sempre molto apprezzati dagli investitori italiani e che seguiremo attentamente ogni volta che il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell'Economia e delle Finanze presenterà le nuove aste.
Conti Deposito fino al 3%
L’interesse degli investitori oggi si concentra principalmente sui conti deposito. Pur se in forte calo (un anno fa rendevano fino al 5%), nonostante il ciclo di ribassi della Bce oggi offrono ancora fino al 3% lordo, anche se bisogna considerare che la tassazione è del 26% rispetto al 12.5% di altre forme di investimento a breve.
Un altro aspetto sul quale vi invitiamo a fare molta attenzione è la qualità dell’emittente: l’all-in su una singola banca espone a dei rischi intrinseci che possono essere evitati con altre forme.
Etf Monetari
Gli ETF del mercato monetario sono meno conosciuti e utilizzati, ma rappresentano un’ottima alternativa ai tradizionali conti deposito. Il rendimento di questi ETF è strettamente correlato al tasso overnight, ossia il tasso d’interesse applicato esclusivamente alle istituzioni finanziarie più solide e affidabili, come le banche. Questo tasso viene solitamente calcolato dalla Banca Centrale che supervisiona il mercato di riferimento dell’ETF — ad esempio, la BCE nell’Unione Europea o la Federal Reserve negli Stati Uniti.
L’esposizione al mercato monetario, nel caso degli ETF, può essere ottenuta attraverso l’investimento in titoli a brevissima scadenza, per l’Italia i Bot o i Btp con durata residua inferiore all’anno, o in altri strumenti obbligazionari a reddito fisso con rating creditizio di alta qualità.
Un grande vantaggio degli Etf Monetari è la maggiore garanzia data dalla diversificazione su diversi emittenti e la tassazione: sebbene non siano composti interamente da Titoli di Stato, la forte prevalenza di questi titoli determina una tassazione media molto più vicina al 12.50% che non al 26% dei conti deposito.
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