Non molto tempo dopo che il Primo Ministro britannico Harold Wilson svalutasse la Sterlina nel 1967, cominciò un movimento nel Regno Unito conosciuto come “Io sostengo la Gran Bretagna” (“I’m backing Britain”). Alcune persone facevano gli straordinari pur non ricevendo soldi extra (meglio non entrare in merito al discorso...) mentre altri fecero il consapevole sforzo di comprare i prodotti inglesi a favore dei beni importati. La crisi ha visto la Sterlina andare sotto pressione nel mercato dei cambi, nonostante gli sforzi migliori della Banca d'Inghilterra per sostenere la sua moneta; era cosa risaputa. La Sterlina si è svalutata del 14% contro le altre valute principali, inchinandosi inevitabilmente per rendere le esportazioni inglesi più appetibili ai mercati esteri e coprire gli 800 milioni di debito nazionale. Questo suona familiare?
Il Regno Unito attualmente gode della tripla A nonostante i problemi di deficit e debito pubblico. Il corrente debito inglese è stimato a 1.050 miliardi di Pound e il disavanzo commerciale di febbraio di 3.4 miliardi di Pound. La coalizione di governo ha approvato una serie di misure di austerità che mirano a ridurre il deficit, e questo è stato fatto in maniera preventiva, una gran differenza rispetto a Grecia, Irlanda e Portogallo.
Due delle tre principali Agenzie di Rating, Moody's e Fitch hanno dichiarato che il rating del credito nel Regno Unito è sicuro attualmente, ma dandone una valutazione di "negative outlook", che implica che il rating potrebbe essere declassato entro i prossimi due anni. Venerdì, Standard and Poor's (S&P) ha contrastato questa tendenza, insistendo sul fatto che l'outlook del Regno Unito rimane stabile e, di conseguenza, il rating AAA del Paese è sicuro. In accordo con il rendiconto rilasciato da S&P: “Dal nostro punto di vista, il Regno Unito ha un'economia benestante, aperta e diversificata, supportata da un sistema politico ben impostato ed un quadro strategico di politica macroeconomica che può reagire velocemente ai cambiamenti economici. Ci aspettiamo che la politica economica si concentri sulla chiusura del gap fiscale, e prevediamo che il costo del debito netto di governo raggiungerà il picco nel 2013 (a circa l'87% del PIL)”.
Le opinioni delle agenzie di Rating sono importanti dal momento in cui influiscono sull'interesse che i paesi devono pagare in titoli di Stato per attirare gli investitori: migliore è il rating, minore è il rendimento.