A rigor di termini, le cifre del Purchasing Manager’s Index rilasciate da Markit sull’Eurozona, dimostrano che la produzione all'interno del blocco ha mostrato una contrazione, con l'indice che scivola dal 45,8 al 45,7 per ottobre, ma più generoso ed ottimista nel considerarla come una stagnazione rispetto alla precedente rilevazione. In questi giorni di deprimenti notizie economiche, è bene riconoscere il “bicchiere mezzo pieno”. L'indice registra espansione come un valore superiore a 50 e la contrazione come un numero inferiore a 50. Il valore di questo mese ha dimostrato che la contrazione nel settore manifatturiero si è in qualche modo allentata, ma si è accentuato il calo del settore dei servizi, restituendo nel quadro generale una figura di contrazione in linea con la lettura del mese precedente. In effetti, il sentimento nel settore delle aziende ha mostrato il dato peggiore da marzo 2009, secondo Markit.
"Il PMI suggerisce che la recessione è significativamente impostata su un ritmo più rapido nel quarto trimestre. Gli ultimi tre mesi dell'anno potrebbero vedere una caduta del PIL di ben il 0,5%. L'economia dell’Eurozona ha continuato a deteriorarsi ad un ritmo allarmante nel mese di novembre, ed è radicata nella più notevole recessione dalla metà del 2009, " ha dichiarato Chris Williamson, capo economista di Markit. Gli ultimi dati sulla produzione economica nell’Eurozona, hanno dimostrato un calo dello 0,1% nel 3° trimestre.
Parlando alla BBC, l’Ing. economista Peter Vanden Houte ha osservato: "se si guarda al settore dei servizi, si vede che il PMI continua a scendere ed è ora al livello più basso dal 2009, e questo è un riflesso della grande debolezza della domanda interna e con l'austerità di bilancio intrapresa in Europa, la domanda interna resterà negativa nel prossimo futuro ".
E’ probabile che si combinino fattori sociali e politici per spostare l'attenzione dalla priorità assoluta di ripristinare i deficit con l'Eurozona (e la più ampia U.E.) per convergere al livello target (3% del PIL) il più rapidamente possibile, ad una strategia mista che metta assieme la riduzione del deficit con politiche che favoriscono la crescita economica - e di conseguenza l'occupazione.