In questi ultimi mesi la Russia ha investito circa un terzo delle sue riserve valutarie, a sostegno della propria valuta nazionale, il rublo. Una buona parte delle riserve rimaste è inoltre impegnato a lungo termine. Tuttavia, il ministro delle Finanze Kudrin, contrasta l’apprensione per la situazione finanziaria russa.
Si stima che le già tanto diradate riserve valutarie della Russia possano coprire al massimo i prossimi due anni e mezzo, nonostante gli attuali prezzi dell'energia. Le riserve valutarie russe si sono ridotte ad un terzo, 400 miliardi di dollari (315 miliardi di euro) in pochi mesi, il tutto per salvare dalla crisi il rublo e finanziare programmi di sostegno economico.
Il ministro delle finanze Alexei Kudrin calcola in base ai propri dati, che nei prossimi cinque anni, i prezzi dell'energia non torneranno al livello precedente la crisi. Il paese si aspetta per il 2009, la prima volta in dieci anni, un disavanzo di bilancio stimato del 6% del prodotto interno lordo. Circa la metà delle entrate originariamente previste per il 2009, 10,92 miliardi di rubli (240 miliardi) sono rappresentate dalle esportazioni di petrolio e di gas. A causa del drastico calo dei prezzi del petrolio le entrate si sono praticamente dimezzata.
La Russia è il terzo paese al mondo, dopo la Cina e il Giappone, per disponibilità di riserve valutarie. Una parte di queste riserve, tuttavia, è tenuta a lungo termine. Esperti finanziari Occidentali a Mosca, ritengono sia possibile che alla fine del 2009, dopo una lunga pausa, la Russia torni a chiedere denaro in prestito dal Fondo monetario internazionale (FMI). Oltre alla forte svalutazione del rublo, gli esperti sono preoccupati soprattutto per le società russe che non hanno ancora coperto il debito estero di oltre 100 miliardi di dollari. Il governo ha promesso di aiutare le società indebitate all'estero.