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Short Selling: Cos’è e Quand’è il Momento Migliore per Vendere allo Scoperto

Di Edoardo Catani
Edoardo Catani è operativo nei mercati finanziari da più di 5 anni facendo trading di azioni, opzioni e valute. Inoltre, da tre anni Edoardo è uno scrittore di contenuti finanziari per blog, articoli e video YouTube. Tra le sue collaborazioni più importanti si trovano siti del calibro di Investing.com, Finance Magnates e molti altri.

Investire nei mercati finanziari è un’attività complessa caratterizzata da frequenti periodi di attesa in cerca del momento migliore per investire. Ma cosa fare nel frattempo se il mercato continua a formare candele rosse dopo candele rosse?

Spesso, la soluzione è la vendita allo scoperto e in questo articolo andremo a discutere tutto quello che c’è da sapere su questa attività, da cos’è a quando è il momento migliore per vendere, facendo anche esempi di come le vendite allo scoperto vengono usate dai più grandi fondi di Wall Street per generare profitti stabili anche durante i periodi di mercato più turbolenti.

Cosa significa vendita allo scoperto

Quando si approcciano per la prima volta i mercati finanziari spesso si rimane confusi dal concetto della vendita allo scoperto, anche chiamato “short selling” in lingua inglese. La vendita allo scoperto consiste nella vendita di uno strumento finanziario che non si trova all’interno del portafoglio dell’investitore.

Quindi, vendendo allo scoperto, un investitore riesce a generare profitti con la decrescita del prezzo di uno strumento esponendosi al rischio di una perdita nel caso in cui il prezzo dovesse proseguire al rialzo.

Vantaggi e svantaggi della vendita allo scoperto

Vantaggi:

  • Generalmente lo short selling, o vendita allo scoperto, è un’operazione che si può fare su azioni, ETF, CFD e molte altre derivate, tra cui opzioni e futures.
  • Le vendite short richiedono meno capitale iniziale rispetto ad un tradizionale acquisto a parità della stessa esposizione all’andamento del prezzo.
  • Tramite lo short selling si possono generare profitti anche durante correzioni, recessioni e periodi di alta volatilità.
  • Grazie alle vendite allo scoperto si riescono a performare strategie di investimento più complesse; infatti, questa pratica è un elemento centrale dei portafogli della maggior parte dei fondi speculativi di Wall Street.

Svantaggi:

  • Non tutti gli account di trading sono abilitati allo short selling.
  • Non tutti gli strumenti finanziari sono abilitati allo short selling in base alla liquidità e alla legislazione che influisce sul mercato dove lo strumento è registrato.
  • Short trading generalmente comporta maggiori costi e commissioni rispetto ad un acquisto degli stessi strumenti finanziari.
  • Le vendite allo scoperto naturalmente implicano l’utilizzo di una leva, aumentando sia i possibili guadagni che le possibili perdite.

Come funziona la vendita allo scoperto? Alcuni esempi pratici:

Inizialmente, pensare di poter vendere qualcosa che non si possiede può sembrare molto strano, ma grazie all’evoluzione dei mercati finanziari oggi è tutto possibile. Lo short selling si basa sul prendere in prestito nel mercato uno strumento finanziario per poi automaticamente rivenderlo ottenendo una esposizione negativa all’andamento del prezzo. Quando poi si desidera chiudere la posizione sarà necessario acquistare nel mercato il numero di azioni precedentemente vendute per poi ridurle al proprietario originale.

Per capire meglio questo processo facciamo un esempio. Immaginiamo che le azioni di una compagnia ABC stanno negoziando a €100 e che nella nostra opinione la struttura tecnica segnala una possibile inversione di trend a ribasso. Quindi, dopo la nostra analisi, decidiamo di vendere allo scoperto un’azione di ABC al prezzo di mercato.

Successivamente, il processo di prendere le azioni in prestito verrà automaticamente gestito dal broker, il quale completerà l’ordine richiesto e farà apparire nel nostro portafoglio la posizione short. È importante notare che nonostante noi abbiamo aperto la posizione vendendo le azioni, noi non riceveremo i €100 euro della vendita accreditati sul conto. Inoltre, il broker si pretende il 50% del valore della transazione come “margine”, ovvero una garanzia contro la possibilità che il prezzo proceda al rialzo.

Ora, due possibilità principali possono emergere. Nel caso favorevole in cui il trade procede nella nostra direzione prevista e raggiunge il target a €85, a chiusura della posizione potremmo osservare un profitto di €15 euro meno le commissioni e i costi scalati automaticamente dal broker Forex. Invece, se il prezzo di ABC dovesse continuare a salire fino a €110, a chiusura della posizione noi subiremo una perdita di €10 più le commissioni.

Proprio per questo, considerare le commissioni quando si vende short è estremamente importante. Infatti, vendendo allo scoperto non si è soggetti solamente alle classiche commissioni del broker, ma anche ad un tasso d’interesse applicato sul valore totale della posizione. Questo tasso è usato per remunerare il proprietario originale delle azioni che ha prestato allo short seller.

Inoltre, nel caso in cui il prezzo dovesse salire di molto al rialzo, il broker potrebbe anche fare una “margin call”, ovvero la richiesta di un deposito aggiuntivo sull’account di trading per coprire le gravi perdite causate dalla performance al rialzo dell’azione. Se la margin call dovesse essere ignorata, il broker ha il diritto di chiudere automaticamente la posizione.

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Come Utilizzano le Vendite allo Scoperto i Grandi Fondi Speculativi?

Dopo aver analizzato come funziona lo short selling per un semplice investitore non professionale, è anche interessante osservare come i grandi fondi speculativi di Wall Street utilizzino questa pratica per generare i propri ritorni.

I fondi speculativi sono compagnie private che raccolgono fondi da clienti molto affluenti e investono in strategie di nicchia pilotate da un manager di portafoglio. Le posizioni di questi fondi sono spesso caratterizzate dall’utilizzo della leva, di derivate e delle vendite allo scoperto per generare profitti stabili indipendentemente dalle condizioni di mercato.

Un gruppo di strategie utilizzato da questi fondi si chiama “relative value strategies” e sono un insieme di strategie basate sul valore relativo di due o più strumenti finanziari o settori. Per esempio, se tramite una serie di analisi un fondo stabilisse che il settore delle tecnologie sia troppo costoso rispetto a quello delle materie prime, il fondo potrebbe creare una posizione vendendo short il settore tecnologico e comprando quello delle materie prime. Stabilendo attentamente la dimensione di entrambe le posizioni, il fondo è in grado di creare una posizione il cui valore non varia in base all’andamento del mercato e che genera profitti solo tramite il valore relativo dei due settori.

Perché si vende allo scoperto?

Vendere allo scoperto è un’attività che ha progressivamente preso sempre più piede in vari rami degli investimenti. In primo luogo, molti trader che operano tramite posizioni a breve termine tendono a fare largo uso di vendite allo scoperto per generare profitti costanti, non solo durante periodi di rally, ma anche quando il mercato entra in un periodo di correzione.

Similmente, le vendite allo scoperto sono utilizzate anche da investitori a lungo termine per stabilizzare i ritorni tramite un’attività chiamata “hedging”, ovvero riduzione del rischio. L’hedging consiste nel limitare l’esposizione del portafoglio sia al rischio individuale dei singoli elementi che al rischio sistematico del mercato. Per questo, la riduzione del rischio viene spesso fatta tramite la diversificazione del portafoglio e la vendita allo scoperto di alcune azioni o settori specifici. Qui una lista dei migliori broker hedging in Italia.

Infine, è anche importante considerare il ruolo della vendita allo scoperto per il mercato intero. Vendere allo scoperto è cruciale per rendere il mercato efficiente. Se questa attività fosse proibita e il mercato fosse relativamente troppo costoso, gli investitori smetterebbero gradualmente di investire, portando ad una drastica riduzione della liquidità e i prezzi delle azioni ci metterebbero molto più tempo a ritornare al proprio valore di equilibrio.

Le modalità di vendita allo scoperto

Oltre alla tradizionale modalità di vendita allo scoperto discussa prima per azioni ed ETFs, lo stesso processo risulta molto differente per CFDs e altre derivate. La ragione dietro questa differenza risulta essere il fatto che le azioni sono una vera e propria proprietà e che quindi risulta impossibile la compravendita se prima non si prende almeno in prestito lo strumento finanziario. D’altro canto, i CFDs e le derivate sono dei contratti che vengono firmati da due controparti che scommettono su due eventi opposti riguardanti l’andamento del prezzo.

Nel caso di una derivata, il venditore riceve i soldi dal compratore al momento della firma del contratto e nel caso in cui il prezzo si muove nella direzione opposta a quella prevista dal compratore, il venditore si terrà i soldi al termine del contratto. Se invece il prezzo si muove nella direzione opposta, a scadenza il venditore dovrà pagare al compratore la cifra ricevuta inizialmente più la differenza tra il valore attuale e iniziale del contratto.

In questo caso il venditore è esposto ad un guadagno limitato ed una perdita illimitata, ma al contrario della vendita delle azioni, l’importo generato dalla vendita viene accreditato allo short seller, anche se in alcuni casi lo stesso margine del 50% viene implementato dal broker.

I Limiti della Vendita allo Scoperto

I limiti della vendita allo scoperto derivano dalle decisioni dei broker e dalla legislazione che governa i singoli strumenti finanziari e i mercati dove sono negoziati. Infatti, in molti casi solo account professionali hanno la possibilità di vendere allo scoperto in quanto questo tipo di strategia è solitamente considerato più rischioso, ma in molti altri, le vendite al dettaglio sono fortemente limitate da una serie di leggi che governano la leva e i rischi a cui un singolo investitore può essere esposto.

In secondo luogo, vendere short comporta una possibile perdita illimitata e più alti costi di commissione, che accoppiati con la leva generata dal margine minimo al 50%, possono causare posizioni altamente volatili e rischiose. Per questo lo short trading è considerato un’attività riservata a investitori più esperti.

Conclusione

In conclusione, lo short trading è un’attività che comporta costi più alti, un’esposizione a perdite maggiori e in alcuni casi anche profitti limitati ma, nonostante ciò, è una funzione cruciale sia per la salute del mercato che per i portafogli dei singoli investitori, dal piccolo retailer al grande fondo di investimenti newyorkese.

Infatti, dopo un’accurata analisi, uno short trade può avere la capacità di limitare la nostra esposizione ad un particolare rischio o ad aiutarci a stabilizzare i nostri profitti indipendentemente dall’andamento di mercato. Quindi, sia che siate investitori esperti, o che vi stiate approcciando solo adesso al mondo dei mercati finanziari, approcciate sempre gli short trade con cautela, ma anche con curiosità.

Domande Frequenti

Quali sono i costi della vendita allo scoperto?

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I costi principali di una vendita allo scoperto riguardano le commissioni del broker più il tasso d’interesse da pagare al proprietario originale delle azioni prese in prestito.

Cos’è la vendita allo scoperto nuda?

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La vendita allo scoperto nuda, o naked short sell in inglese, è una pratica che è stata condannata come illegale dopo la crisi finanziaria del 2007-2008. La vendita allo scoperto nuda consiste nella vendita short di uno strumento finanziario senza prima prenderlo in prestito, causando una posizione ancora più volatile e ancora più soggetta al potenziale rischio di una riduzione della liquidità e l’impossibilità di trovare le azioni necessarie per chiudere la posizione.

Come si effettua la vendita allo scoperto?

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Una tradizionale vendita allo scoperto si completa prendendo in prestito delle azioni prima di rivendere nel mercato. Successivamente, quando si vuole chiudere la posizione si comprano le azioni sul mercato per poi ridarle alla persona che ce le ha inizialmente presentate. Nonostante ciò, grazie alla digitalizzazione dei mercati, tutto questo processo è svolto automaticamente dal nostro broker quando decidiamo di vendere allo scoperto, quindi l’operazione risulta lineare come se invece stessimo comprando lo strumento.

Perché un investitore dovrebbe effettuare una vendita allo scoperto?

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Vendere allo scoperto ha tantissime utilità, rendendola una attività da considerare indipendentemente dalla strategia di investimenti. Infatti, investitori a breve termine possono utilizzare lo short selling per generare profitti durante periodi di alta volatilità nel mercato, mentre investitori a lungo termine lo possono utilizzare come strumento per hedging e per ridurre l’esposizione del portafoglio a specifici settori o elementi.

Cosa c'è di vero sui rischi e sui benefici della vendita allo scoperto?

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I benefici riguardano la possibilità di generare ritorni anche durante i periodi più turbolenti del mercato e il possibile aumento dei ritorni grazie alla leva generata dal margine minimo al 50%. Nonostante ciò, la leva causa un’esposizione ancora più volatile alle perdite illimitate con la quale ci si interfaccia quando si vende allo scoperto.

Quanto dura una vendita allo scoperto?

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A meno che non si tratti di uno short trade su derivate con data di scadenza, una posizione short ha durata illimitata benché sia in profitto o che il trader continui a depositare fondi nell’account quando il broker fa una margin call.

Edoardo  Catani
Informazioni su Edoardo Catani
Edoardo Catani è operativo nei mercati finanziari da più di 5 anni facendo trading di azioni, opzioni e valute. Inoltre, da tre anni Edoardo è uno scrittore di contenuti finanziari per blog, articoli e video YouTube. Tra le sue collaborazioni più importanti si trovano siti del calibro di Investing.com, Finance Magnates e molti altri.
 

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